Per me l’oggetto della felicita’ è la moto. Non importa tanto “quale” moto in particolare: le compagne di viaggio sono state diverse nel corso degli anni, dall’adolescenza all’età di 44 anni. La moto corrisponde, nella mia esperienza di un’intera esistenza, al sentire più vicino al concetto di felicità. Anche le relazioni e gli affetti, spesso e in modo piu’ profondo, sono per me fonte di tale emozione. Ma in termini “oggettuali”, il rapporto tra moto e felicità si è consolidato nel corso del tempo. Moto è innanzitutto una forma di felicità condivisa, con gli amici di una vita che ancora si concedono il lusso di tornare ragazzini anche solo per una mattinata trascorsa tra sole e tornanti. Moto è felicità perché ha a che fare con libertà di viaggiare e, quando non è possibile farlo, fantasticare con l’immaginazione, sognare nuove mete. Infine, la felicità cammina su due ruote perché personalmente si fonde e sovrappone con il desiderio, la scelta, il sacrificio (anche economico) di possedere un oggetto apparentemente “inutile” ma che rappresenta la realizzazione di un sogno. D’altronde, non di solo pane vive l’uomo…